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Le Esequie di San Girolamo del Lippi esposta alla mostra dei Preraffaelliti a Forlì


L’opera, realizzata nel 1453 per la Cattedrale di Prato, tornerà a casa il 30 giugno. Sarà visitabile al museo della città romagnola di San Domenico a partire dal 24 febbraio

Per quattro mesi uno dei capolavori di Filippo Lippi, le Esequie di San Girolamo, sarà tra le principali opere in mostra a Forlì per l’esposizione dedicata ai Preraffaelliti. La grande opera, una pala d’altare alta 292 centimetri e larga 171, su autorizzazione del Ministero dei Beni culturali, ha lasciato il Museo dell’Opera del Duomo di Prato nei giorni scorsi e da sabato 24 febbraio, fino al 30 giugno, sarà visibile nel museo forlivese di San Domenico.

Realizzata intorno al 1453, l’opera fu commissionata per il Duomo di Prato dall’anziano proposto Geminiano Inghirami. Il committente, vestito con un ricco abito rosso, è raffigurato in ginocchio, ai piedi di San Girolamo. Fu proprio Inghirami, in contatto con la scena artistica fiorentina, a portare a Prato Filippo Lippi, per lavorare alla cappella maggiore del Duomo. La pala d’altare lasciò la Cattedrale quando fu realizzato il Museo dell’Opera del Duomo e ora costituisce il «pezzo forte» della bellissima sala dedicata al Rinascimento, dove si trova anche la pregiata pala della Madonna con Bambino tra i Santi Giusto e Clemente del Maestro della Natività di Castello.

«Siamo molto contenti di aver prestato uno dei capolavori del Lippi al museo di Forlì – dice Veronica Bartoletti, direttrice dei Musei diocesani –; siamo certi che sarà uno dei pezzi principali di questa mostra in via di apertura».

La mostra a Forlì. Il nuovo appuntamento nel museo civico di San Domenico della città romagnola, dove ogni anno si tengono notevoli allestimenti molto visitati, è dedicato all’affascinante movimento artistico dei Preraffaelliti, nato nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento. In quell’epoca alcuni giovani artisti decisero di rinnovare la pittura inglese promuovendo un ritorno alla purezza dell’arte medievale e rifiutando le convenzioni della grande arte rinascimentale italiana, in primis Raffaello.

Filippo Lippi e altre opere del tre-quattrocento arrivate in prestito da musei di tutta Italia, rappresentano dunque una delle fonti di ispirazione per John Everett Millais, William Holman Hunt e Dante Gabriel Rossetti, fondatori della cosiddetta Confraternita preraffaellita.

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